Perché tirare con l’arco?

di Simone Nucciotti

Bè, non credo di potervi dare LA risposta, la verità esistenziale, ma vi posso dare la mia risposta.

Io ho sempre visto il tiro con l’arco come uno sport affascinante, fatto di piccoli bellissimi movimenti, di concentrazione, di padronanza del proprio corpo e della propria mente. Ma abitando a Cortina non ho mai potuto praticarlo. Quando mi sono trasferito a Trieste per studio, ho approfittato di questa splendida città per togliermi qualche sfizio tra cui provare a tirare. All’inizio proprio per sopire quell’appetito che per anni avevo avuto, poi via via ci sono entrato sempre più. Nell’avvicinarmi a questo sport ho contattato l’ASCAT, ci siamo trovati con Gino e Debby in palestra (allora sotto lo stadio Rocco) mi hanno fatto un rapido briefing iniziale e mi hanno dato in mano l’arco scuola. Un battifreccia a qualche metro di distanza è stato per qualche attimo incredibilmente appagante, tanto da chiedere dopo la prova di poter stare ancora un minuto per un’ulteriore volée. Era come lo immaginavo, forse solo un po’ più difficile di quanto uno si aspetti…! Via via ho seguito il corso, ho cominciato ad acquistare la mia attrezzatura aiutato da Claudio e li ho scoperto anche il mondo dei materiali. Un mondo stupendo ed enorme per uno “smanettone” come me. Ho imparato a farmi le frecce, a farmi le corde, a fare il tuning di un arco e piano piano sto imparando anche a fare qualche punto…!

Ciò che ho trovato comunque superava le aspettative. A Trieste studiavo in conservatorio, un percorso bellissimo, ma molto impegnativo. Ho passato periodi in cui avevo un gran bisogno di liberare la testa e in quei momenti prendevo il mio arco, andavo nel nostro splendido campo, e tiravo. Avevo scoperto che il tiro con l’arco richiede una tale concentrazione, un tale ascolto del proprio corpo che necessariamente dovevo abbandonare il resto. E dopo ogni sessione di tiro ne uscivo rinvigorito, rinfrescato nella mente e nel corpo.

Dopo qualche anno lo vedo come un’attività davvero completa, necessita di una struttura fisica solida (si, più di quanto si pensi), di quella che qualcuno chiama memoria muscolare, di un’attenzione ai propri movimenti e in generale una grande propriocezione. Accanto a questo ho trovato anche delle bellissime persone con le quali ho passato dei momenti davvero stupendi.

Qualcuno chiederà il motivo di questa risposta a una domanda che nessuno ha fatto… Forse la domanda l’ho posta io, e in questo periodo che di tempo ce n’è stato tanto anche per riflettere, tra una freccia e l’altra (mi sono organizzato un po’ in casa un po’ sul prato) ci ho pensato un po’ su e questi sono i miei pensieri, i miei ricordi. Un bel bagaglio dal quale partire per un viaggio, quello di uno sport, che in un certo senso non finisce mai.